venerdì 3 aprile 2020

Di là dall'Enza: Museo del sughero

Museo del sughero

Un'attività che arriva da lontano, attraversando monti e valli. E' quella lavorazione del sughero per
la produzione di tappi, che a Cervarezza era, ed è, "di casa". Secondo le testimonianze e i documenti raccolti, questa antica lavorazione si perde infatti nella notte dei tempi. La transumanza dei pastori del luogo in Maremma, per svernare con le greggi, permise un primo contatto con la pianta del sughero  e l'opportunità di imparare a lavorarlo.

                                Macchinari usati per la lavorazione del sughero

La scorza del sughero arrivò a Cervarezza al seguito dei pastori e dei loro greggi, per essere lavorata
a mano nelle case e nelle cantine, da tutti i componenti delle famiglie, per ottenerne i primi
rudimentali turaccioli. In seguito la lavorazione si è industrializzata e continua ancora oggi
attraverso alcuni operatori locali che hanno salvaguardato questa importante tradizione di vita e
cultura. E' possibile ripercorrere la storia di questa singolare tradizione visitando il locale Museo del
Sughero, che ospita 18 macchine ordinate secondo le fasi di lavorazione ed alcune nella loro
evoluzione storica. Nella mostra viene illustrata la storia e la cultura della lavorazione, le sue origini e relazioni con la pastorizia e la transumanza, attraverso l’esposizione di pannelli, fotografie,
articoli di giornali e documenti.


MUSEO DEL SUGHERO DI CERVAREZZA
Centro Servizi "Teresa Romei Correggi"
PIAZZA 1° MAGGIO
tel. 0522 890655; 0522 890749 UIT Cervarezza
Aperto tutto l'anno, anche su prenotazione.
Entrata gratuita

                                                           Curiosità 

Il Vascello del Monsignore, l' acetaia di Cervarezza 

A Cervarezza Terme del comune di Ventasso è possibile visitare un luogo di produzione inaspettato, con un nome...stravagante. E' l 'antica acetaia “Il Vascello del Monsignore” sche da oltre tre secoli "sforna" aceto balsamico, seguendo ricette antiche, anche del Settecento. Vengono infatti utilizzate solo uve reggiane e per l'aromatizzazione erbe e i frutti raccolti e scelti personalmente nei boschi e nei prati dell’alto crinale dell’Appennino e poi trasformati, seguendo un lungo procedimento, con la pazienza e l'attenzione che i maestri acetieri si sono tramandati di padre in figlio.




La Madonna Nera di Cervarezza 
Di fronte al Museo del Sughero di Cervarezza si trova la chiesa di San Matteo Apostolo che un’antica tradizione riconosce come protettore dei boschi . Un cartello a lato dell'edificio sacro, indica "La Madonna nera". Si tratta di un particolare e grande dipinto, che raffigura la Madonna di Loreto circondata da santi. Conservata da molti secoli in questa chiesa l'opera è ora ospitato in una cappellina esterna. La vicenda della Madonna Nera di Cervarezza sembra legarsi fin dall’antichità con la presenza in questi luoghi di un grande dono della terra: le sorgenti di acqua minerale. E Cervarezza, già in epoche passate era già rinomata per questa ricchezza. La Madonna Nera, come un idolo inconsueto, troneggiava al centro di una cappella, colma di ex-voto accumulati nel corso dei secoli.  





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