Il re del Po
Ciò che fiume porta a valle, durante le piene, si trasforma nelle mani del Re del Po in una grande installazione materiale
La creatività si mette in mostra in un angolo poetico del Grande Fiume. Occorre raggiungere Boretto e incamminarsi sotto il ponte che collega il paese a Viadana, per scoprirlo. Si raggiunge un' enorme installazione materiale e artistica, una nave-scultura che l'autore, Alberto Manotti, ex falegname in pensione che si è guadagnato il titolo-soprannome di "Re del Po", ha chiamato "Iolanda", per ricordare la madre.
Non si contano i pezzi di legno, rami e rametti, lunghi, corti, tondi o piatti, sbiancati dai lunghi viaggi tra i flutti, che l'artista ha messo insieme, circa 25.000, tenuti insieme da un'infinità di chiodi, per costruire questo monumento naturale, che rende omaggio al Grande Fiume, con rispetto e amore, conservando tutto ciò che le acque, e le piene, lasciano a riva: legni levigati di tutte le dimensioni, arredi, oggetti personali.
Scale, passaggi,torri d'osservazione:uno degli angoli della nave Jolanda
Tutto è servito ad allestire questo veliero "preistorico" , che ha qualcosa di arcaico, di tribale, cresciuto parallelo al fiume, per circa 30 metri di lunghezza. Dal sentiero che accede all'area, In diversi punti è possibile, grazie alle scalette costruite dall'autore, salire sulla passerella dotata di sponde, che permette di raggiungere la costruzione principale, affacciata sul fiume.
Anni di lavoro per raccogliere e unire con i chiodi i legni portati dal fiume
Una sorta di grande capanno che si eleva in altezza, fino a raggiungere i sei metri: un osservatorio ideale per guardare scorrere le acque del Po, quando passano placide. Durante le piene, che spesso raggiungono e sommergono gran parte della struttura, il Re del Po deve difenderla, e ripristinarla al ritiro, se l'acqua ha lasciato danni. Fantasia, amore incondizionato per il nobile fiume, poetica dell'infanzia: tutto questo evoca la grande nave di legno del Re del Po che l'ha costruita per i bambini, che spesso arrivano a visitarla. Sospesa tra terra, cielo e acqua per poter tornare, tutti, almeno per un attimo, bambini.
Angoli e particolari di questo luogo affacciato sul Grande fiume e fuori dal mondo al tempo stesso: un monumento, una dedica, fatta di rispetto, amore per il Po, che ha preso vita con la fantasia e con gli occhi dell'infanzia.
Angoli e particolari di questo luogo affacciato sul Grande fiume e fuori dal mondo al tempo stesso: un monumento, una dedica, fatta di rispetto, amore per il Po, che ha preso vita con la fantasia e con gli occhi dell'infanzia.
Via Ponte Boretto Viadana, 42022 Boretto RE
La casa dei pontieri
Per raggiungere il Veliero del Re del Po, vicino al ponte di Boretto, ci si imbatte in un
pezzo del vecchio ponte di chiatte, a lato della Casa dei Pontieri,
ricorda che questo era un punto di attraversamento importante per
collegare la sponda reggiana a quella mantovana. Del vecchio ponte,
dismesso nel 1967 per la costruzione dell'attuale, rimasero solo i
due "tronconi", sulle rive opposte. Per non dimenticare
questo pezzo di storia, Romano Gialdini, figlio di Dino, ultimo
capopontiere, nipote di Archimede, primo capopontiere e pontiere egli
stesso, lo ha "ricostruito" dentro casa: in un ambiente che
ha fatto parte delle strutture collaterali al vecchio ponte, ha
radunato immagini della vita del ponte e un tratto del ponte stesso
in scala 1:10.
Oggetti di lavoro esposti nella casa dei pontieri
Oggetti di lavoro esposti nella casa dei pontieri
Il vecchio ponte di barche tra Boretto e ViadanaIl museo permette di rivivere l'ambiente del passato e la vita delle persone che lavoravano a questa struttura, o semplicemente la utilizzavano. Insieme a tante foto che ritraggono il ponte, testimoniando anche il costume di un'epoca, sono esposti attrezzi che servivano alla manutenzione del ponte, come la "binda a mano" che serviva a sollevare le travi, o la "sessora" per svuotare i battelli e ancora corde, argani, divise dei pontieri, progetti: oggetti e documenti che mantengono viva la memoria su di un mestiere e di saperi andati perduti con l'arrivo della modernità e delle infrastrutture in cemento. Un omaggio a tutti i barcaioli, così ricordati da una poesia:
"I Barcaioli hanno la scorza, la prima pelle cotta e crespa, nera anche d'inverno, si vede subito che sono loro i barcaioli del Po".
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