venerdì 3 aprile 2020

Museo Ettore Guatelli; Musei-patrimoni di umanità


Museo Ettore Guatelli 

Tutti sono capaci di fare un museo con le cose belle, più difficile è crearne uno bello con le
cose umili, come le mie”.








Ruote in legno: una composizione che ricorda ingranaggi in movimento.Una macchina del tempo
                 








Così Ettore Guatelli riassume il senso della sua straordinaria raccolta. Un museo fuori dal coro, una
collezione, un'impressionante installazione materiale. Capace di raccontare. Migliaia, migliaia di
storie, tenute in vita dentro altrettanti oggetti in disuso, abbandonati, buttati, per essere sostituiti dal nuovo, per dimenticare un passato di povertà e raccolti in un "orfanotrofio" (così qualcuno ha definito il museo) per essere accolti, curati, ascoltati.


Particolari, composizioni e raccolte dentro e fuori il museo
                                




All'interno della stalla, uno spazio espositivo tra greppie e colonne  didascalia

Non solo in quanto oggetti come tali in grado di dare conto di un epoca, di usi e costumi, ma come testimoni, portavoce di chi voce non aveva, protagonisti silenziosi della nostra storia gli assenti nei libri di storia: donne uomini, bambini, contadini, artigiani, falegnami, fabbri, inventori, ideatori,gente di montagna e di fiume, di terra e di officina, di città e di campagna. Ettore Guatelli ha dato a tutti loro dignità, raccontando attraverso gli oggetti le loro vite, il quotidiano, l'ovvio, le fatiche, le idee, le intuizioni, l'arte di arrangiarsi e di migliorare le proprie condizioni. Per rendere bello ciò che, per il sentire comune, bello non era, perché arrugginito, sbeccato, rappezzato, inciso dal tempo e dall'uso, ha cercato una disposizione, un'idea museale nuova: un disegno estetico in cui i singoli oggetti, unendosi in gruppi, in sequenze, apparentemente tutti uguali ma in realtà uno per uno diversi, diventano un'opera corale.

Come se una singola voce potesse emettere una voce flebile ma insieme, nel canto a più voci diventassero un canto forte e armonico. Il Museo non è solo oggetti, è un tutt'uno con gli spazi che lo ospitano, la barchessa, l'aia, l'ex fienile: gli ambienti stessi sono museo perché è lì nei luoghi di vita e di lavoro della famiglia Guatelli che hanno "trovato casa" e rifugio, accumulati per poi essere sistemati con cura maniacale, fino ad occupare tutti gli spazi liberi, di pareti, soffitti, pavimenti. 


Hanno inglobato nella loro singole storie, quella della casa. Il museo, luogo della sperimentazione di una possibile museografia e di scritture espositive (con l’ingresso, lo scalone, la stanza dei giocattoli, il salone, la stanza della cucina e quella delle scarpe) e la casa in cui si esprime in maniera più evidente l’anima del collezionista (con la stanza di Ettore, la stanza della musica, quella dei vetri e poi quella delle latte, degli orologi e il ballatoio delle ceramiche).

     

Tra le tante definizioni che usava per descrivere la raccolta a lui intitolata, Ettore Guatelli ricorreva spesso a quella di “museo dell’ovvio” oppure di “museo del quotidiano”. Gli oggetti che recuperava ed esponeva non erano infatti pezzi rari o preziosi come quelli di molti musei tradizionali, ma erano cose d’uso comune, che ancora oggi conservano l’impronta di chi, usandole quotidianamente, le ha consumate fino al punto di farle diventare parte di sé. Martelli, pinze, pale, forbici, botti, pestarole. Il museo e la casa sono le due anime dell’opera di Guatelli, la realizzazione, su due piani, di un’unica idea, quella della raccolta di oggetti capaci di concorrere ad un grande testo sulla storia degli umili e del quotidiano.


    Il ciclista gigante, opera di Pietro Miodini           

        

                                         



L'accesso al Museo: 
un omaggio al legno  


La 127 Fiat di Ettore Guatelli, usata per trasportare oggetti del museo e alunni di scuola   


Le macchine del maestro Guatelli erano esse stesse opere. Esposizioni materiali, creative, narrative. Scuolabus compressi da pluriclassi rustiche, spazi di stoccaggio per sezioni museali in imperdibile offerta. E, più di tutto, storie viaggianti tra bauli e portapacchi rimediati, odorose di ruggine e polvere depositata, incerte e insicure nel viaggio, come la vita vera.





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