Paesi dipinti
Sesta di Corniglio
Murale lungo la via Emilia |
Un borgo pieno di volti, ritratti, scene di lavoro. Su muri, tra le
finestre, nell'angolo di una rimessa, a fare da insegna alla
trattoria o sulla facciata della canonica, in una viuzza e negli
slarghi. Sono loro, gli affreschi di Water Madoi, che dai primi anni
Sessanta fanno da custodi silenziosi al paese, una piccola frazione
di Corniglio. L'artista ha donato le sue opere a questa località di
adozione, paese d'origine della moglie Isabella, un borgo conosciuto
durante la guerra, mentre Madoi era partigiano su questi monti, tra
il '44 e il '45, e poi vissuta per lunghi periodi, dopo aver
ristrutturato un fienile e averne fatto un buen retiro.
Volti immaginati o ritratti reali, di personaggi del posto: pareti come tele
Nell'enorme
produzione dell'artista, pittore e scultore, disseminata sottoforma
di grandi affreschi e monumenti in diverse città, Milano
soprattutto, Sesta è un mondo a parte, un museo a cielo aperto
dell'affetto, dell'omaggio. L'intento dell'artista era quello di non
lasciare disabitato questo borgo, con le poche anime rimaste dopo gli
anni del boom economico e conseguente svuotamento della montagna, ma
animarlo di volti, che richiamassero anche visitatori, cosa che è
accaduta.
Curiosi di vedere le scene affrescate di vita agreste del
paese, lungo il percorso Vita di Sesta, o di riconoscere i ritratti
di personaggi famosi, da Gino Cervi a Vittorio Gasmann agli Equipe
'84, o gruppi sconosciuti, ma cari all'autore, come gli amici. Poi
nature morte, personaggi di fantasia: ogni opera è contrassegnata da
un numero e della descrizione e rientra in un itinerario descritto
all'inizio del paese.
Entrata della vecchia osteria |
Un percorso che conduce anche nella chiesa di
San Rocco, il cui interno è stato completamente affrescato nel 1963
dal pittore: sulla parete destra è rappresentata la scena della
Crocifissione mentre sulla parete sinistra la numerosa folla che
assiste ritrae gli abitanti del paese dell’epoca. Sullo sfondo nero
dell’abside appare invece la luce della Risurrezione. Nella
cappella laterale sinistra è presente una riproduzione in gesso del
monumento La sofferenza, sempre di Walter Madoi, il cui originale in
bronzo si trova a San Donato Milanese.
Tra i soggetti affrescati, scene di vita quotidiana a Sesta
Allungandosi sulla via Emilia è possibile fare una sorta di anello
tra le province di Modena e Bologna, tra la pianura e l'Appennino,
per andare alla scoperta di alcuni paesi dipinti. Nelle località
indicate, sia chiaro, c'è anche molto altro: lungo il viaggio si
attraversano o si sfiorano alcuni tra le migliaia di piccoli,
straordinari centri sparsi lungo tutta l'Italia. Ma in questo caso
all'arte del passato, presente, annunciata da campanili e torri e
palazzi e ville, sono stati aggiunti, grazie all'intuizione,
all'estro di singoli o gruppi di artisti, nuovi spazi d'arte
contemporanea, pagine nuove che raccontano storie a colori. Come se
i centri guardassero avanti, alla ricerca di mani di oggi, di nuovi
progetti per decorare, abbellire, narrare altri brani della loro
vicenda. Questi spazi dell'espressione creativa, aperti a tutti sotto
il cielo, sono un valore aggiunto, un'occasione in più per visitare
i paesi.
Angoli di Sesta
Questo lo scopo del viaggio. Superata Modena, restando
sulla via Emilia, si arriva a Castelfranco Emilia: imboccando al SP6
si arriva a San Giovanni in Persiceto, alla scoperta della Piazza
degli inganni: uno spazio urbano ben definito, completamente
reinventato grazie ad uno celebre scenografo, che ha lavorato un
numerosi film che hanno fatto il giro del mondo, Gino Pellegrini. Si
recupera la via Emilia per superare Bologna e proseguire in
direzione di Imola, fino a raggiungere Toscanella. A poca distanza
s'incontra la deviazione per la provinciale 30 che conduce a Dozza:
una delizioso borgo, reso unico da un "mosaico", corale di
affreschi. Tra Modena e Castelfranco Emilia, in alternativa, si può
invece scegliere di percorrere la SS 12, superare Maranello e
Serramazzoni per raggiungere Pavullo sul Frignano, centro collinare
che si è guadagnato il titolo di "California dei colli
emiliani" per la presenza di sequoie spettacolari, all'ombra
delle quali si può passeggiare, dentro il lussureggiante parco
Ducale, che rientra nel patrimonio culturale della regione,
sognando...California, appunto. A poca distanza dal capoluogo si
trova la località di Lavacchio, un piccolo paese dipinto.
Piazza degli inganni
E'
così chiamata la piazzetta- opera en plain air che apre i
"battenti", senza vincoli di orari d'apertura, a San
Giovanni in Persiceto. Stupire, illudere, lasciare libera
l'immaginazione sono sono alcuni dei compiti dell'arte. Questo angolo
di paese, individuato nei primi anni Ottanta per ospitare una
manifestazione cinematografica estiva, si presentava malconcio, con
intonaci della case sbrindellati e segni di incuria.
Si pensò così
di abbellirlo, chiamando in aiuto Gino Pellegrini, artista
conosciuto, uno scenografo che grazie alla sue numerose esperienze,
anche a Hollywood, sapeva ben maneggiare l'arte dell'illusione.
L'immaginazione dell'artista, ha cambiato più volte faccia a questo
spazio urbano che ora ospita regolarmente incontri ed eventi
culturali. Trasformazioni che sono state documentate e che hanno
portato alla versione di oggi: un affresco fantasioso
e...ingannevole. La piazzetta, seguendo dell'artista da l'illusione
di trovarci tra case colorate dalle pareti sbrecciate, ruderi,
squarci che lasciano i mattoni a vista, tra intrighi di verde e
animali giganti, tra cielo azzurro e l'orizzonte lontano.
Sprazzi,
scorci di un personale paese delle meraviglie, con il coniglio
bianco, il maiale e la sua ghianda luminosa,
il gufo, la luna piena, i panni stesi, la zucca
gigante, la stalla. Un richiamo in chiave moderna, e onirica, alle
grottesche, all'intrigo di soggetti rappresentanti, tenuti insieme
dal un filo sottile dell'illusione. L'autore ha lasciato nella sua
opera anche una dedica, scritta con il gesso su una lavagna,
all'apparenza, che avverte: "Ai bambini di tutte le età".
Dozza
E' il caso di Dozza, inserito nell'elenco de “I Borghi più belli
d’Italia”, piazzato sulle colline tra Bologna e Imola, che appare
come un libro per bambini, con le pagine aperte, illustrato,
colorato, magico.
I colori accesi che rendono uniche la vie di Dozza
Tra le piccole vie che si trovano nel centro
storico, dominato dalla rocca medievale, si passano in rassegna,
camminando dull'antico acciottolato della pavimentazione, circa
novanta murales. Dipinti diversi per forma, stile, dimensione che si
sono "ambientati" armonicamente nell'urbanistica del borgo,
tra le sue case, finestre, angoli: sembrano essere stati sempre lì.
Nati insieme alle pareti che li accolgono. Sono parte del tutto: una
galleria d'arte che ha per sala espositiva i muri delle abitazioni,
dei negozi. Perfino della caserma. Quest'opera urbana e corale si
deve alla Biennale del muro dipinto che nel tempo ha accolto tanti
artisti di street art che hanno lasciato in eredità a questo centro
la loro opera, usando muri come tele bianche.
Lavacchio
Lavacchio, era un paese fortificato, caratterizzato dalla torre
imponente, ristrutturata negLi anni passati. Il piccolo borgo, a
poca distanza da Niviano, nel comune di Pavullo, è caratteristico
per i moderni murales dipinti sulle pareti delle case. ia Giardini, 3
- Palazzo Ducale
Telefono 0536 29964
Fax 0526 29025
Curiosità: ll Museo Giardino della Rosa antica
Un angolo del roseto |
Passando da Serramazzoni è possibile una particolare deviazione.
Profumata. In località Montagnana si trova infatti il
giardino-museo dedicato alle rose. In una appezzamento panoramico si
può passeggiare tra tante varietà di rose antiche. Si ha inoltre la
possibilità di visitare il museo che racconta le rose attraverso un
erbario multisensoriale, per coinvolgere i cinque sensi nel mondo
della rosa. Perfino l'udito, grazie ad una ricerca sui pezzi
musicali sulla rosa, scritti a partire dal 1400, ed il gusto.
Una delle varietà antiche di rose coltivate
Museo Giardino della Rosa Antica
via Giardini Nord, 10250
41028 Montagnana di Serramazzoni (MO)
telefono e fax (+39) 0536 939010
info@museoroseantiche.it
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