martedì 31 marzo 2020

Paesi dipinti, dall'Appennino alla via Emilia


Paesi dipinti

Sesta di Corniglio
Murale lungo la via Emilia

                              
Gli affreschi di Madoi e la sua firma
                                   
Un borgo pieno di volti, ritratti, scene di lavoro. Su muri, tra le finestre, nell'angolo di una rimessa, a fare da insegna alla trattoria o sulla facciata della canonica, in una viuzza e negli slarghi. Sono loro, gli affreschi di Water Madoi, che dai primi anni Sessanta fanno da custodi silenziosi al paese, una piccola frazione di Corniglio. L'artista ha donato le sue opere a questa località di adozione, paese d'origine della moglie Isabella, un borgo conosciuto durante la guerra, mentre Madoi era partigiano su questi monti, tra il '44 e il '45, e poi vissuta per lunghi periodi, dopo aver ristrutturato un fienile e averne fatto un buen retiro. 

                  Volti immaginati o ritratti reali, di personaggi del posto: pareti come tele   

Nell'enorme produzione dell'artista, pittore e scultore, disseminata sottoforma di grandi affreschi e monumenti in diverse città, Milano soprattutto, Sesta è un mondo a parte, un museo a cielo aperto dell'affetto, dell'omaggio. L'intento dell'artista era quello di non lasciare disabitato questo borgo, con le poche anime rimaste dopo gli anni del boom economico e conseguente svuotamento della montagna, ma animarlo di volti, che richiamassero anche visitatori, cosa che è accaduta. 
Curiosi di vedere le scene affrescate di vita agreste del paese, lungo il percorso Vita di Sesta, o di riconoscere i ritratti di personaggi famosi, da Gino Cervi a Vittorio Gasmann agli Equipe '84, o gruppi sconosciuti, ma cari all'autore, come gli amici. Poi nature morte, personaggi di fantasia: ogni opera è contrassegnata da un numero e della descrizione e rientra in un itinerario descritto all'inizio del paese. 
                            La crocifissione nella chiesa di San Rocco 


Entrata della vecchia osteria  
Un percorso che conduce anche nella chiesa di San Rocco, il cui interno è stato completamente affrescato nel 1963 dal pittore: sulla parete destra è rappresentata la scena della Crocifissione mentre sulla parete sinistra la numerosa folla che assiste ritrae gli abitanti del paese dell’epoca. Sullo sfondo nero dell’abside appare invece la luce della Risurrezione. Nella cappella laterale sinistra è presente una riproduzione in gesso del monumento La sofferenza, sempre di Walter Madoi, il cui originale in bronzo si trova a San Donato Milanese.
                         Tra i soggetti affrescati, scene di vita quotidiana a Sesta

Allungandosi sulla via Emilia è possibile fare una sorta di anello tra le province di Modena e Bologna, tra la pianura e l'Appennino, per andare alla scoperta di alcuni paesi dipinti. Nelle località indicate, sia chiaro, c'è anche molto altro: lungo il viaggio si attraversano o si sfiorano alcuni tra le migliaia di piccoli, straordinari centri sparsi lungo tutta l'Italia. Ma in questo caso all'arte del passato, presente, annunciata da campanili e torri e palazzi e ville, sono stati aggiunti, grazie all'intuizione, all'estro di singoli o gruppi di artisti, nuovi spazi d'arte contemporanea, pagine nuove che raccontano storie a colori. Come se i centri guardassero avanti, alla ricerca di mani di oggi, di nuovi progetti per decorare, abbellire, narrare altri brani della loro vicenda. Questi spazi dell'espressione creativa, aperti a tutti sotto il cielo, sono un valore aggiunto, un'occasione in più per visitare i paesi. 

                           Angoli di Sesta


Questo lo scopo del viaggio. Superata Modena, restando sulla via Emilia, si arriva a Castelfranco Emilia: imboccando al SP6 si arriva a San Giovanni in Persiceto, alla scoperta della Piazza degli inganni: uno spazio urbano ben definito, completamente reinventato grazie ad uno celebre scenografo, che ha lavorato un numerosi film che hanno fatto il giro del mondo, Gino Pellegrini. Si recupera la via Emilia per superare Bologna e proseguire in direzione di Imola, fino a raggiungere Toscanella. A poca distanza s'incontra la deviazione per la provinciale 30 che conduce a Dozza: una delizioso borgo, reso unico da un "mosaico", corale di affreschi. Tra Modena e Castelfranco Emilia, in alternativa, si può invece scegliere di percorrere la SS 12, superare Maranello e Serramazzoni per raggiungere Pavullo sul Frignano, centro collinare che si è guadagnato il titolo di "California dei colli emiliani" per la presenza di sequoie spettacolari, all'ombra delle quali si può passeggiare, dentro il lussureggiante parco Ducale, che rientra nel patrimonio culturale della regione, sognando...California, appunto. A poca distanza dal capoluogo si trova la località di Lavacchio, un piccolo paese dipinto.

Piazza degli inganni

E' così chiamata la piazzetta- opera en plain air che apre i "battenti", senza vincoli di orari d'apertura, a San Giovanni in Persiceto. Stupire, illudere, lasciare libera l'immaginazione sono sono alcuni dei compiti dell'arte. Questo angolo di paese, individuato nei primi anni Ottanta per ospitare una manifestazione cinematografica estiva, si presentava malconcio, con intonaci della case sbrindellati e segni di incuria. 
   


                            Un lato dell'incantevole piazza degli inganni     
Si pensò così di abbellirlo, chiamando in aiuto Gino Pellegrini, artista conosciuto, uno scenografo che grazie alla sue numerose esperienze, anche a Hollywood, sapeva ben maneggiare l'arte dell'illusione. L'immaginazione dell'artista, ha cambiato più volte faccia a questo spazio urbano che ora ospita regolarmente incontri ed eventi culturali. Trasformazioni che sono state documentate e che hanno portato alla versione di oggi: un affresco fantasioso e...ingannevole. La piazzetta, seguendo dell'artista da l'illusione di trovarci tra case colorate dalle pareti sbrecciate, ruderi, squarci che lasciano i mattoni a vista, tra intrighi di verde e animali giganti, tra cielo azzurro e l'orizzonte lontano. 
Sprazzi, scorci di un personale paese delle meraviglie, con il coniglio bianco, il maiale e la sua ghianda luminosa, il gufo, la luna piena, i panni stesi, la zucca gigante, la stalla. Un richiamo in chiave moderna, e onirica, alle grottesche, all'intrigo di soggetti rappresentanti, tenuti insieme dal un filo sottile dell'illusione. L'autore ha lasciato nella sua opera anche una dedica, scritta con il gesso su una lavagna, all'apparenza, che avverte: "Ai bambini di tutte le età". 
 Dozza
E' il caso di Dozza, inserito nell'elenco de “I Borghi più belli d’Italia”, piazzato sulle colline tra Bologna e Imola, che appare come un libro per bambini, con le pagine aperte, illustrato, colorato, magico. 

                     
                            I colori accesi che rendono uniche la vie di Dozza    
Tra le piccole vie che si trovano nel centro storico, dominato dalla rocca medievale, si passano in rassegna, camminando dull'antico acciottolato della pavimentazione, circa novanta murales. Dipinti diversi per forma, stile, dimensione che si sono "ambientati" armonicamente nell'urbanistica del borgo, tra le sue case, finestre, angoli: sembrano essere stati sempre lì. Nati insieme alle pareti che li accolgono. Sono parte del tutto: una galleria d'arte che ha per sala espositiva i muri delle abitazioni, dei negozi. Perfino della caserma. Quest'opera urbana e corale si deve alla Biennale del muro dipinto che nel tempo ha accolto tanti artisti di street art che hanno lasciato in eredità a questo centro la loro opera, usando muri come tele bianche.


Lavacchio
Lavacchio, era un paese fortificato, caratterizzato dalla torre imponente, ristrutturata negLi anni passati. Il piccolo borgo, a poca distanza da Niviano, nel comune di Pavullo, è caratteristico per i moderni murales dipinti sulle pareti delle case. ia Giardini, 3 - Palazzo Ducale
Telefono 0536 29964
Fax 0526 29025



Curiosità: ll Museo Giardino della Rosa antica

Un angolo del roseto 
Passando da Serramazzoni è possibile una particolare deviazione. Profumata. In località Montagnana si trova infatti il giardino-museo dedicato alle rose. In una appezzamento panoramico si può passeggiare tra tante varietà di rose antiche. Si ha inoltre la possibilità di visitare il museo che racconta le rose attraverso un erbario multisensoriale, per coinvolgere i cinque sensi nel mondo della rosa. Perfino l'udito, grazie ad una ricerca sui pezzi musicali sulla rosa, scritti a partire dal 1400, ed il gusto.

                               Una delle varietà antiche di rose coltivate        
  
Museo Giardino della Rosa Antica
via Giardini Nord, 10250
41028 Montagnana di Serramazzoni (MO)
telefono e fax (+39) 0536 939010
info@museoroseantiche.it




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