Cereseto di Compiano
L'impressione
è di non arrivare mai più. Perché la piccola frazione di Cereseto
di Compiano, non è dietro l'angolo. Sia che si scelga di
raggiungerla, partendo dal casello dell'A15 di Fornovo Taro,
dall'alta val Taro, da Compiano, seguendo le indicazioni o dalla Val
Ceno, arrivando a Bardi per poi proseguire in direzione Borgotaro, la
strada è lunga. Ma finalmente si arriva, e facendo un giro tra le
case e i borghi sembra di passare in rassegna tutte le epoche, da
quella più antica, delle costruzioni tipiche dei paesi di montagna,
di pietra e maestà, lavatori e selciati, a tutto il Novecento: stili
sovrapposti, dai tocchi Liberty di alcune balconate all'abbandono di
abitazioni e locali degli anni Sessanta che di sicuro avevano esposte
"Luisone" sul banco e rossi a bicchiere. Il cuore del paese
è tra la chiesa e l'antico battistero, oggi sconsacrato.
Poi c'è un
altro cuore, e questo batte dentro l' antica trattoria Solari, dal
nome della famiglia che la manda avanti dal 1888. E' un posto per
mangiare, certo, per trovare piatti tradizionali, dai funghi ai
salumi, primi piatti nostrani e zuppe. Ma è anche altro. E'
un'atmosfera innanzitutto, una sorta di museo-esposizione di vecchi e
nuovi oggetti, creazioni, che circondano da soffitto a terra i tavoli
diversi, panche e angoli apparecchiati. Si è circondati, dentro un
barocco accogliente, in uno spazio condiviso, dove accadono cose che
uniscono e coinvolgono i commensali. La musica ad esempio. In tante
occasioni tra i tavoli si aggirano musicisti di musica popolare, che
intervallano pranzi e cene al suono di pifferi, pive, chitarre o
fisarmoniche. Può accadere una domenica qualunque o durante gli
appuntamenti fissi dell'anno.
A Sant'Antonio, ad esempio, il 17
gennaio quando alla messa tutti porta a benedire le loro bestie,
siano cavalli o cani, nel sagrato della chiesa per poi proseguire con
la musica, una bevuta e la consegna del sale del santo (al posto del
pane come fanno in altre località). E poi c'è la vigilia del primo
maggio, imperdibile. Può iniziare con la cena all'osteria, dove la
musica attacca da subito: i residenti e quelli nati a Cereseto si
danno invece appuntamento per mangiare insieme nel vecchio
battistero. Nel dopo cena ci si unisce in un'unico gruppo per il rito
del maggio, che prosegue ad oltranza. Una processione, un serpentone,
al seguito dei canti tradizionali, che passa in tutti gli angoli del paese, di casa in casa, dai giardini agli orti, con innumerevoli
fermate, per bere e mangiare. Ogni casa apparecchia l'esterno con la
sua offerta di torte salate, torte dolci, e vino, tanto vino, che
aiuta anche i musicisti a conservare la voce e l'energia. E' un
rituale, una liturgia pagana, antica e propiziatoria, che mantiene un
calore autentico, senza artificio.
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