venerdì 3 aprile 2020

Il Museo del giocattolo e del bambino Di là da l'acqua, luoghi di "sconfine"


Museo del giocattolo e del bambino  

                      L'insegna che al centro di Santo Stefano indica il Museo 

Il Museo del giocattolo e del bambino è una poesia. Una dedica all'infanzia, 'scritta' da  due persone, Paolo e la moglie Luisa,  che non hanno mai relegato al passato la meraviglia, lo stupore dell'infanzia. Hanno mantenuto viva l'autenticità che è propria dei bambini e con quella hanno raccolto, custodito e quindi messo a disposizione, condiviso la collezione. 

Lo spazio esterno del Museo dove bambini, famiglie  scuole vengono accolti 

Il museo si scopre dietro l'angolo della via centrale di Santo Stefano Lodigiano, in una edificio recuperato del '700 , antica stazione e locanda sulla via delle diligenze, che guarda alla piazza della chiesa, con un bel cortile, allestito con oggetti e angoli che richiamano l'accoglienza. In quest'angolo a parte famiglie e scuole possono avere l'occasione di fare laboratori, di imparare e fare: oltre ad avere una grande importanza artistica il museo ha infatti una grande valenza didattica. Negli spazi sono esposti tanti giochi antichi, dalle bambole ai trenini, aerei, navi, soldatini, giochi di costruzione e didattici, costruiti tra il 1700 e il 1950: un percorso che permette di riflettere sull'infanzia e sul rapporto che lega il bambino al giocattolo, nelle diverse epoche storiche: si può dire che il museo racconta la storia dell'uomo attraverso i sogni dei bambini.


                                      Un angolo esterno del Museo del giocattolo e del bambino
  

Vorrei accompagnarvi, se me lo permettete, in un viaggio lungo i 


sentieri del tempo, in un racconto che lasciando sullo sfondo


ogni celebre data, volto ed evento,svelerà i mille mondi abitati da 


piccoli oggetti costruiti per piccoli uomini: i giocattoli.


I libri di scuola non lo scrivono ma c'erano anche i bambini 


durante le rivoluzioni sociali, il Romanticismo, 


la nascita del cinema,


le guerre mondiali, i primi voli nello spazio...e giocavano.


I giocattoli allora come oggi aiutavano a crescere in società


ora idealiste ora ostili testimoniando tendenze e avvenimenti.


Il concetto di gioco appartiene a tutti gli esseri viventi;


cambiano magari i significati, le note evocate -


gioia, nostalgia, privazione - ma nessuno vi sfugge.


Il nostro viaggio, attraverso un percorso storico cronologico, 


e quadri di civiltà,


collega l'Illuminismo all'epoca della plastica;


dalle prime affermazioni di proprietà educative e conoscitive


all'evoluzione dell'artigianato in industria,


dagli sviluppi tecnici di meccanismi e materiali,


ai fermenti culturali e climi politici,


via via fino alle espressioni propagandistiche 


seriali e consumistiche.


Il giocattolo tuttavia reclama una sua esclusiva prerogativa 


ludica  


consapevole delle proprie responsabilità e del proprio impegno:


è segmento di congiunzione tra il bambino e il fantastico.


Per potersi esprimere pienamente deve saper ricevere e 


trasmettere un racconto


e se questo non avviene non può esserci gioco.


Diversamente, se appagato, si immergerà con il suo piccolo amico


 escludendo ogni interferenza adulta.


Visitatore


Puoi apprezzare la poesia, la bellezza di forme e colori di questi 


giocattoli,


puoi apprezzarne il valore storico e culturale,


ma per dar loro modo di "accendersi" devi saper tornare 


 bambino in modo intimo e viscerale




Museo del giocattolo e del bambino
Santo Stefano Lodigiano.
Via Trento e Trieste 2.
TEL. 3401509192
prenotazioni@museodelgiocattoloedelbambino.com
Aperture: da marzo a ottobre, solo per Istituti Scolastici e gruppi organizzati.
Tutti i giorni, su prenotazione.

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