Grazie di Curtatone
Affresco alle porte di Grazie
Paesaggio, fede e tradizione. Questo riassume il borgo Grazie di Curtatone, affacciato sul lago
superiore, dove prima si estendeva la palude disegnata dal Mincio. Siamo a pochi chilometri da
Mantova, lungo la provinciale per Cremona e Grazie di Curtatone è inserito nella mappa dei borghi
più belli d'Italia.
con il raduno dei Madonnari, il 15 agosto di ogni anno
fioritura delle ninfee
Dal porticcioli di Grazie di Curtatone è possibile fare tour in barca. Sono infatti presenti gli esperti barcaioli del Mincio, proponiamo affascinanti itinerari fluviali per turismo naturalistico e didattico nella “Riserva naturale delle Valli del Mincio”, zona del Parco più interessante da esplorare in barca, perché ancora relativamente integra nella sua naturalità.
Consorzio "I Barcaioli del Mincio"
Porticciolo di Grazie (c/o Parco retro Santuario) 46010 Grazie di Curtatone (MN)
Tel. 0376 349292
Cell. 349 6194396
E-mail: barcaioli@fiumemincio.it
Venne per questo costruito un oratorio, affidato ai frati francescani. Sul finire del '300 Francesco Gonzaga fece erigere nello stesso luogo un'imponente basilica come ex-voto alla Madonna delle Grazie, per aver fatto cessare la terribile epidemia di peste che aveva causato innumerevoli vittime. La chiesa venne consacrata il 15 agosto 1406, festa dell'Assunta. Tra il quattrocento al Seicento il santuario conobbe il suo massimo splendore architettonico ed artistico con l'aggiunta di un lungo porticato, un grande convento con 4 chiostri e 50 celle, di una larghissima piazza in funzione di sagrato, dieci cappelle ai fianchi, le volte affrescate, l'abside, un nuovo altare e una maestosa sagrestia.
Una cappelletta artigianale con l'immagine delle Madonne delle Grazie
e il porticato che collega il santuario al convento.
e il porticato che collega il santuario al convento.
La piazza di Grazie di Curtatone
Dal '400 la località ospita ininterrottamente, nella stessa data della consacrazione, la Fiera delle Grazie, evento agostano che raccoglie ad ogni edizione migliaia di visitatori. Per arrivare al Santuario i visitatori attraversano le viuzze di Grazie, tra case colorate, per arrivare alla grande sagrato: una “piazza d'arme” che in occasione della fiera si anima di artisti...del gessetto. I madonnari erano i frequentatori della piazza fin dall'antichità ma dal 1973 viene organizzato il Concorso internazionale che richiama artisti da tutto il mondo: ogni anno, alla vigilia dell'Assunta gli artisti si ritrovano per il rito della benedizione dei gessetti da parte del Vescovo. Inizia quindi la loro opera che continua tutta la notte per assicurare, il giorno della festa, un incredibile tappeto di opere dai mille colori e sfumature che riproducono immagini sacre. I Madonnari si sono riuniti in un'associazione e alle Grazie è stato inaugurato un museo ad essi dedicato.
Il coccodrillo e i manichini del santuario
Alcuni manichini inseriti nelle metope del santuario
Entrando nel santuario lo sguardo sale verso al navata: non passa inosservato il coccodrillo imbalsamato che pende dal soffitto: non un modellino ma un coccodrillo vero, collocato nella chiesa nel XV o XVI secolo, che è stato recentemente restaurato. Questa non è l'unica chiesa in cui si può trovare un "ospite" simile, e nemmeno l'unico luogo nella provincia di Mantova. Nell'antichità venivano viste con promiscuità le figure di draghi, coccodrilli o serpi e spesso: in epoca cristiana, venivano infatti associate al male, considerate personificazioni terrene del diavolo, animali che inducono al peccato: la collocazione di questi animali nelle chiese ha quindi un forte significato simbolico. Incatenare l'animale in alto, nel soffitto della chiesa vuol dire renderlo innocuo.
Una leggenda narra che questo edificio fu costruito per volere del popolo, che desiderava
ringraziare la Madonna di averlo liberato da un coccodrillo divoratore di uomini che infestava le
paludi del posto. E' più probabile che questo strana presenza sia stata collocata dai frati che
risiedevano qui per incuriosire ed attirare i fedeli: una dimostrazione anche delle capacità di mummificazione dei monaci, abilissimi nel produrre preparati farmaceutici e medicamenti. Altra particolarità di questa scenografica chiesa è la fascia mediana delle pareti della navata, foderata in tutta lunghezza da un'impalcata lignea. Nell'impalcata sono state costruite ottanta nicchie disposte su due file parallele, ospitavano altrettante statue di grandi dimensioni, simili a manichini, rappresentanti episodi di pericolo scampato per intercessione mariana.
Il coccodrillo imbalsamato e incatenato che sovrasta la navata centrale
Oggi le statue rimaste sono solo circa una quarantina. I manichini sono stati realizzati con la tecnica della cartapesta, a grandezza naturale e dello stesso povero materiale si pensavano costruiti anche gli indumenti e le armature che li ricoprono e gli elmi e le armi che li finiscono. La struttura base delle statue è stata realizzata con strati di carta e tela induriti col gesso e dipinti con coloranti e aggiunta di miele nei leganti, ad essa sono state successivamente applicati diversi elementi realizzati con calchi o in alcuni casi in legno per viso mani e piedi, crine equino per i capelli e ghiande per alcuni particolari,
tramite incollaggio.
Particolari all'interno e all'esterno esterno del Santuario
Per quanto riguarda gli abiti, si è scoperto si trattava di pezzi di cotone tessuto applicati alle statue con ganci, risalenti alla fine dell'Ottocento perché di fabbricazione industriale. Dodici sono le armature che sono state riassemblate dalle varie statue. A volte i manichini non coincidono con la metopa sottostante.
Alcuni degli innumerevoli ex voto raccolti nel santuario
Piazza Santuario, 4 - 46010 Grazie di Curtatone (MN) Tel. 0376/349002santuariodellegraziecurtatone@gmail.com
http://www.santuariodellegraziecurtatone.it/
Museo dei Madonnari
Il Museo conserva un gran numero di opere di maestri Madonnari: capolavori unici e creazioni del
tutto originali si mescolano a riproduzioni su pannelli e cartoncini di opere eseguite precedentemente sulle piazze. L’allestimento si snoda in un percorso tematico che testimonia l’evoluzione artistica di quest’arte effimera: si passa dai lavori dei primi Madonnari, custodi degli antichi e semplici stili delle arti di strada, alle sperimentazioni contemporanee incentrate sull’abilità tecnica dell’artista. Si possono così ammirare opere di pionieri Maestri, autodidatti che dipingevano con gessi, polveri, carboncini e terre e con una certa rapidità d’esecuzione forme semplici ed incisive, assieme ai lavori freschi e naif, ma anche dipinti che offrono l’illusione della tridimensionalità oppure opere basate sul fenomeno ottico dell’anamorfismo, per cui l’immagine che a prima vista appare distorta diventa riconoscibile se osservata attraverso uno specchio curvo.
Una delle artiste del gessetto al lavoro
Nel museo si trovano inoltre formelle di terra battuta, amalgamata con paglia su di un supporto di rete metallica, seccata al sole, trattata con albume e successivamente dipinta, sulla falsariga dei materiali disponibili agli albori della pittura madonnara, quando gli strumenti e le sostanze moderne ancora non esistevano. Da questa sperimentazione nascono composizioni inedite di rara bellezza, in cui le screpolature naturali della terra, più o meno accentuate, esaltano il disegno ed i colori utilizzati. E' inoltre conservata la documentazione di concorsi annuali.
Il carretto di una madonnara con tutti gli strumenti di lavoro, lasciato in eredità al Museo
Piazzale Santuario - angolo Madonna della Neve 29 - Grazie di Curtatone (MN)
Telefono e Fax: 0376 349122
E-mail: MUSEO.MADONNARI@CURTATONE.IT
Orari: Venerdi ore 15.00- 18.00, Sabato e domenica ore 10.30-12.30 e 15.00- 18.00
Da non perdere a Curtatone: il cotechino delle Grazie, anche ad agosto
"Come ad ogni Ferragosto- si racconta- centinaia di persone avevano raggiunto il santuario a piedi. Erano arrivati dalla città e dai paesi vicini. Erano tutti a digiuno, pronti per la messa dell'alba. Presa la benedizione, la folla aveva iniziato a sfamarsi nelle osterie e nelle botteghe del paese.
Accadde di lì a poco: si sentì un oste dire “Ho finito tutto. Sono rimasti solo i cotechini, vi servo quelli”. Il cotechino ad agosto? Qualcuno rise, qualcuno pensò fosse pazzo. Poi però la voce e il profumo si sparsero per tutta la fiera. Come d'incanto, quelle fette morbide e calde diventarono tanti meravigliosi bocconi".
Nacque così, quella mattina del 1954, il cotechino delle grazie e il curioso rito di gustarlo anche ad agosto.
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