Il grande museo diffuso del
mondo piccolo
Un intero percorso nei luoghi della Bassa, alla ricerca di Giovannino
Guareschi. Cercando evocazioni, inquadrature, angoli, brani di
racconto, dentro quello che è a tutti gli effetti un paesaggio
culturale, e di umanità, un ambiente-musa. Ispiratore. Muovendosi da
un punto ad un altro, tra i resti di una chiesa ad una ex scuola
elementare, da un centro storico ad una piazzetta, per vedere e
attraversare i luoghi, le atmosfere fissate nelle pagine immortali
dello scrittore, disegnatore, giornalista, umorista parmense, famoso
in tutto il mondo.
La Bassa con i suoi paesaggi tra poesia e malinconia
Si va di paese in paese, per ricostruire il
racconto di una e mille vite, scorrendo i periodi della vita di
Guareschi, i luoghi che ne conservano testimonianze: pagine sparse di
una biografia straordinaria che si legge percorrendo la terra di cui
è intrisa fino al midollo. Si parte dal Fontanelle di Roccabianca,
paese nativo di Guareschi dove è allestito il "Museo del mondo
Piccolo", per allungarsi fino a Diolo di Soragna per la vista al
"Centro Boscaccio" deposito di tante testimonianze
sull'autore. Si prosegue fino a Roncole di Busseto, dove ha sede il Centro studi.
L'ex scuole elementare di Fontanelle, ora sede del Museo
Fontanelle di Roccabianca
Paese “sott'acqua”, Fontanelle. Difeso da sponde, dall'acqua di
cui è imbevuta la terra. Una schiera di tigli accompagna per un
lungo tratto del centro, quasi un "picchetto" d'onore che
conduce alla vecchia scuola elementare, trasformata in centro
culturale. In questo edificio tra trovato posto il museo “Il Mondo
piccolo”: a segnalarlo la scultura di Guareschi in sella alla sua
bicicletta, a far parte della vita di tutti i giorni, come se i suoi
concittadini, la sua terra volesse dire “è ancora qui”, è stato
ed è uno di noi. E' nelle aule di questa scuola che la madre di
Guareschi insegnava ed è a Fontanelle che lo scrittore è nato, in
un giorno è in un luogo per niente "asettico" per future
sensibilità: Giovannino è infatti venuto alla luce il primo maggio
nella casa in cui apriva i battenti la "cooperativa socialista",
del paese dove era attiva anche la Lega dei contadini di Fontanelle
che aveva come presidente il sindacalista Giovanni Faraboli, lo
"spunto" in carne ed ossa per il futuro personaggio
letterario di Peppone. Visitando il museo si passa in rassegna la
storia di questo territorio, con l'analisi della situazione sociale,
dei movimenti e delle passioni politiche proprio attraverso le figure
di Guareschi e di Giovanni Faraboli. A poche centinaia di metri, la
casa natale, su un lato della piazza.
Giovanni Guareschi e la sua bicicletta: una scultura che riassume il Mondo Piccolo
Il Centro studi di Roncole Verdi
Per scorrere Il riassunto della vicenda umana e artistica di
Giovannino Guareschi, occorre raggiungere Roncole di Busseto. Qui
Guareschi condivide il palcoscenico con un gigante, il Maestro Verdi,
la sua casa natale, la chiesa dell'innamoramento con la musica. Un
angolo, piccolo, del mondo piccolo, che tiene insieme due gigantesche
esperienze umane a artistiche. In via Processione, alle spalle della
casa natale di Verdi, si trovano due luoghi importanti per gli
appassionati di Guareschi, il bar aperto da Giovannino Guareschi nel
1957, che in origine era un'osteria. Questo luogo rappresenta
l'ultima fase della vita di Guareschi. Il ritorno a casa. Ed è qui
che aveva sognato, forse quand'era lontano, esiliato o prigioniero,
di vivere l'ultima fase della vita. Le sue spoglie si trovano infatti
nel piccolo cimitero della frazione di Busseto, vicino alla chiesa.
Nei locali dell’osteria è raccolto tutto ciò che riguarda lo
scrittore della Bassa: un' enorme quantità di materiale cartaceo e
non cartaceo, fotocopie di articoli, fotografie, scritti, disegni e
filmati e tutte le pubblicazioni dell'autore, anche tradotte in varie
lingue, raccolti e catalogati con passione e pazienza da tutto il
mondo. Negli spazi è anche allestita “Tutto il mondo di
Guareschi”: una mostra antologica permanente, che documenta la sua
vita e le sue opere. L'archivio e centro studi è gestito dai figli
di Guareschi, Carlotta e Alberto. Insieme a loro, lavorano tanti
amici ed estimatori dello scrittore, riuniti nell'associazione "Club
dei Ventitré", nome che i ricorda i “Ventitrè lettori” a
cui Guareschi si rivolgeva nei suoi libri.
Mostra antologica permanente e archivio Guareschi, Roncole Verdi
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0524.92495; e-mail:
pepponeb@tin.it.
Brescello
"Ecco il paese, ecco il piccolo
mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell’Italia
del Nord, là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il
fiume e il monte, tra il Po e l’Appennino. Nebbia densa e gelata
l’opprime d’inverno, d’estate un sole spietato picchia
martellate furibonde sui cervelli della gente, e qui tutto si
esaspera, qui le passioni politiche esplodono violente e la lotta è
dura, ma gli uomini rimangono sempre uomini e qui accadono cose che
non possono accadere da un’altra parte”...
Il sidecar di Peppone nel Museo di Brescello
Non potrebbero esserci parole migliori di
quelle lasciate da Giovannino Guareschi, per descrivere questa fetta
di mondo e le sue atmosfere, il suo carattere sanguigno e resistente.
Il mondo piccolo ed esemplare, nel quale si sono mossi due personaggi
simbolo di questa terra bassa, dentro luoghi altrettanto simbolici,
la chiesa, il municipio, la piazza, gli argini, le cascine. Il paese
di Brescello ha fatto da testimonial a queste vicende, offrendo sé
stesso nel ruolo di grande e autentico set cinematografico per i
tanti episodi della saga di Peppone e don Camillo: le due anime della
gente della Bassa. E proprio la stessa gente, unita in un gruppo di
volontari, ha pensato di fissare nel tempo questa esperienza
cinematografica: il fondale di tanti film che hanno fatto il giro del
mondo: il Museo ”Peppone e Don Camillo”, dedicato agli
indimenticabili protagonisti delle storie di Guareschi.
Argini, salici, campi piatti: il paesaggio della Bassa
Un museo
diffuso, che comprende, oltre alla raccolta di oggetti, fotografie e
documenti inediti, locandine e il sidecar di Peppone e le due
biciclette, una ricostruzione di un set cinematografico originale
dei film accompagnato da una mostra dedicata al tema dei “fuori
scena” che ritrae il rapporto tra cinema e territorio dove gli
abitanti di Brescello sono i protagonisti. ma sono gli spazi del
paese, il vero set, la chiesa di fronte al municipio, a sfidarsi,
come sembrano fare ancora oggi le sculture in bronzo di don Camillo e
Peppone, ognuno dal suo regno: il suono delle campane come colonna
sonora, le persone che tagliano la piazza in bici, tutto uguale,
attuale. La forma è cambiata, sono cambiati i temi, non la sostanza.
I personaggi, qui a Brescello, sono vivi, celebrati nelle vetrine dei
bar, nei negozi di souvenir e prodotti tipici, nelle insegne e nei
nomi dei locali. Non solo il museo, ogni angolo rievoca, agli
appassionati le scene di un film. Entrando nella chiesa di Santa
Maria nascente si scopre ad esempio, custodito in una cappella, il
Cristo Parlante, sotto un portico è invece conservata una campana
utilizzata in un altro film, di fronte all'entrata del museo è
piazzato il carrarmato di “Don Camillo e l’onorevole
Peppone”. Nell'edificio che ospita l'ufficio turistico è inoltre
allestito un altro museo dedicato "Brescello e Guareschi, il
territorio e il cinema”: un percorso che lega il territorio, i suoi
abitanti, le tradizioni, il legame il fiume, "muse"
dell'opera guareschiana alle opere cinematografiche.
UFFICIO TURISMO - BIGLIETTERIA
Fondazione Paese di Don Camillo e Peppone
presso Museo “Brescello e Guareschi, il
territorio e il cinema”
Via Cavallotti, 24 - 42041 Brescello (RE)
Tel. (+39) 0522 482564 - Fax (+39) 0522 482537
E-mail: ufficioturismo@comune.brescello.re.it
lunedì - venerdì 9.30 - 12.30
14.30 - 17.30
sabato, domenica 9.30 - 12.30
e festivi 14.00 - 18.00 invernale
14.30 - 18.30 estivo
Per visitare i tre musei di Brescello (Peppone
e Don Camillo, Museo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema
e Museo Archeologico) è necessario acquistare il biglietto di
ingresso presso l’ufficio turistico situato nella sede della
Fondazione.
Il costo del biglietto, unico per i tre musei,
è di 5 €.
Un angolo della torre di Diolo
Torre campanaria di Diolo
Un museo può nascere per tanti motivi. Nella bassa parmense ce n'è
uno, piccolo ma sostanzioso, originale, che si deve all'amicizia. E'
Il “Centro del Boscaccio”, una raccolta che nasce dalla passione
e dall’impegno di Cesare e Caterina Bertozzi, marito e moglie,
legati da profonda amicizia a Giovannino Guareschi. La scelta del
nome e la collocazione del Museo non sono casuali: la piccola torre
campanaria di Diolo è infatti poco distante dal “podere Bosco”,
dove vivevano i nonni paterni dello scrittore, ed è ricordata da
Guareschi nel suo primo racconto tratto da “Don Camillo e il suo
gregge”, del 1953.
Torre campanaria di Diolo, sede della collezione di testimonianze
sulla vita e le opere di Guareschi
All’interno di una piccola costruzione in mattoni appoggiata ad un
campanile, unico elemento che resta dell’antica chiesa
parrocchiale di Diolo, si possono trovare testimonianze, scritti ed
oggetti capaci di raccontare al visitatore il mondo, la tradizione e
la vita del giornalista e scrittore Guareschi. A cominciare dal
contesto, scenario d' infanzia dello scrittore. Questo piccolo museo,
annunciato dalla torre campanaria che svetta sulla linea piana
dell'orizzonte, tra i campi e le strade ai lati, è anche un omaggio
alla bassa, raccontata in parallelo, in sintonia, con l'autore che
l'ha esportata in tutto il mondo. Il museo parla della storia di
questa parte mondo, delle sua geografia, partendo dalla grande mappa
dipinta sul muro, dei personaggi che l'hanno immortalata nelle loro
opere: parla soprattutto dell'umanità, di come uomini e donne e
della loro vita la terra, i paesi, il cibo, il lavoro. Come
Giovannino Guareschi ha fatto nelle sue pagine.
Orari di apertura: Da aprile a settembre sabato dalle 15:00 alle
17:00; domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00; Da
ottobre a marzo: sabato dalle 15:00 alle 17:00; domenica dalle 10:00
alle 12:00 e dalle 14:00 alle 17:00
Per comitive e scuole possibilità di visite nei giorn
i feriali
prenotando al numero di telefono 3479759155 oppure 3471914725
A Roccabianca: le opere a colori di Cesarino Cocchi
Passeggiando per via delle Rimembranze, nel centro di Roccabianca, si
scopre...un omaggio all'infanzia: l'installazione colorata e giocosa
di Cesarino Cocchi. A comporla, come un'opera unica, tanti
personaggi, che trovano posto tra il cortile e il giardino di casa ma
anche sui davanzali e sugli alberi che costeggiano la strada. Ci sono
personaggi immaginari ed eroi dei cartoni come i Simpson, i Minions,
Braccio di Ferro e la sua Olivia, poi i Flinstones, Topolino e altri
ancora, insieme a figure storiche come Papa Francesco, Giovannino
Guareschi, Giuseppe Verdi. E animali. Tanti: anatre e rospi, uccelli
e pure uno scimpanzé, aggrappato ad una palma.
Tutte quello che la
forma di un semplice sasso suggeriva, Cesarino l'ha tradotto in
corpi, teste, capelli, bestie: si perché le sue opere sono fatte di
pietre dipinte, incollate, assemblate, per dare vita ai suoi <miti>,
alla sua fantasia. Non manca neanche una dedica al cibo nostrano: ci
sono infatti il prosciutto e una punta di Parmigiano. Cesarino ha
iniziato a lavorare da ragazzino, anche come muratore, poi ha fatto
l'operaio, all' Enel, per molti anni. Quando è rimasto vedovo ha
iniziato a costruire le sue opere che restano sempre esposte, per
dare allegria, anche alle scolaresche che spesso vengono a visitarle,
insieme al laboratorio dove conserva anche tanti sassi. L'opera di
Cesarino Cocchi rientra a pieno titolo tra i luoghi catalogati da
"Costruttori di Babele".
https://www.costruttoridibabele.net/cesarino-cocchi/
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