Piccola guida per viaggi minimi, fuori dall'ordinario. Un elogio alle lentezza, per chi intende il viaggio come un'esperienza fatta di scoperte e di emozioni, anche a pochi chilometri da casa. Per i curiosi che vogliono incontrare, e respirare, la verità dei luoghi e delle persone che li rendono unici e irripetibili. Itinerari sostenibili, in luoghi da sostenere.
Straordinari.
A renderli così, fuori dall’ordinario, e a far in modo che ogni luogo raccontato o evocato si colleghi ad un altro, come in un continuo rimando, una continua ricerca, un passo che tira l’altro, è un ingrediente fondamentale, un filo conduttore inesauribile: l’umanità. Partendo dall'asse della via Emilia, linea di confine e di collegamento al tempo stesso, e anche dalla città, ci si sposta verso l'Appennino o verso la bassa pianura: quelli che vengono proposti sono luoghi che amo definire 'patrimonio di umanità', animati, in cui è tangibile, presente l’essenza, l’anima chi li vive o di chi li ha ideati siano essi artisti, lavoratori, cultori di memorie, inventori della vita.
Cappelli (non di paglia ma di trucioli) esposti, insieme alle "trecce", a Villarotta di Mantova, all'esterno del Museo del truciolo: una storia di lavoro poco conosciuta ma unica nel suo genere
Località, paesi, pezzi di strada, percorsi come tanti, che passerebbero inosservati, perfino anonimi, non fosse per la presenza di singoli, uomini e donne, o di comunità, che hanno inventato e vitalizzato spazi urbani o naturali, raccolto, collezionato ed esposto oggetti, con un’idea, un progetto, un’ispirazione in testa. Affamati di un' arte, quella di arrangiarsi e di arrangiare luoghi, che attraversa come un’onda i popoli di tutti i continenti, per dare vita a luoghi a loro immagine, lasciando traccia di personalità, intuizioni, bellezza, invenzioni uniche.
Pietra, cemento, colori e creatività: lungo la strada per Brugnello, in val Trebbia, un artista ha disseminato queste opere incantevoli: un inno alla cura dei luoghi.
Così, un angolo di Appennino, nel perimetro limitato di un giardino, ci sbatte in faccia, inaspettatamente, un parco dell’arte
che mette insieme opere e natura, fiori e costruzioni materiche; un lembo di terra a lato del fiume diventa porto, capolinea d’incontro per viandanti di tutto il mondo, un paese disabitato conserva migliaia di voci, una strada storica fa da raccoglitore a pagine sparse di memorie. Un luogo di lavoro abbandonato regala la poetica della civiltà del lavoro. Gli itinerari o i luoghi proposti sono percorribili in giornata: si può decidere di proseguire, cambiare strada, deviare in un altro percorso. Oppure fermarsi e scegliere di mangiare in un’osteria.
Donatella Canali